La “Ca’ di Ciapp”: la casa più sfacciata e irriverente di Milano
Si era nel 1904 in un giorno di primavera quando, a Milano, al numero 47 di corso Venezia, austera e celebre via residenziale di quella che era la nobiltà milanese, furono tolti, dopo ben tre anni di intensi lavori, i ponteggi che avevano celato questa grande costruzione. In pratica, l’opera con la quale l’architetto Giuseppe Sommaruga aveva ipotizzato di andare ad inaugurare quello che sarebbe dovuto essere il liberty privato cittadino, scandalizzò i benpensanti milanesi.
Ca’ di Ciapp (Palazzo Castiglioni)
Storia e Descrizione
In effetti, si era pur sempre ai primi anni del Novecento, due statue di donne prosperose e, oltretutto, seminude, non potevano che innescare tutta una ridda di polemiche, di ironie, di lazzi e di battute. Non a caso, il nome che è, poi, passato alla storia e che facilità l’identificazione a Milano del Palazzo Castiglioni, è proprio “Ca’ di Ciapp”, ossia “Casa delle Chiappe”.
In pratica, questa coppia di statue, che nell’intenzione avrebbero dovuto rappresentare in modo allegorico la pace e l’industria, vennero viste come un oggetto scandaloso, facendo sì che, anche tra il popolo, si trasformassero in soggetto per facili sarcasmi.
A seguito di tanto scalpore suscitato, lo stesso Castiglioni, dopo qualche tempo, prese la decisione, di farle smantellare. Infatti, vennero ad essere utilizzate per incorniciare una delle entrate laterali di quella che era precedentemente villa Faccanoni e che, ai nostri giorni, è divenuta la clinica Columbus.
Indiscutibilmente, il fatto che Palazzo Castiglioni fosse noto come “Ca’ di Ciapp”, la “Casa delle Chiappe”, non poteva far molto piacere. Quando Ermenegildo Castiglioni, ossia il nipote nonché erede di un impero economico, decise la realizzazione di questo palazzo come simbolo della sua grandezza, decise di adottare lo stile liberty per creare una costruzione che sapesse andarsi a distinguere dalle altre case che erano già presenti.
Indubbiamente, questa decisione, ossia quello dello stile liberty, in un contesto dominato da conservatori e da benpensanti, non poteva non essere visto che come un atteggiamento di sfida. Il complesso di Palazzo Castiglioni, si presentava come un edificio avente tre piani, oltre che due facciate, la prima, quella principale direttamente sulla strada, e una secondaria che si trovava sul giardino. Oltre a ciò, staccati da quello che formava il corpo principale di Palazzo Castiglioni, si trovavano la rimessa e le scuderie.
Seppure, apparentemente tutto rientrante in quei precisi canoni vigenti nella Milano dei primi del XX secolo, non vennero scelte le solite cariatidi, ma due statue raffiguranti due donne ammiccanti, procaci e nude e che, oltretutto, mostravano il loro lato B. Ovviamente, questo dettaglio stilistico non poteva passare inosservato. In conclusione, in una delle numerose metafore tipicamente elaborate in osteria, il Palazzo Castiglioni divenne, ben presto, la “Ca’ di Ciapp”.
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Come Arrivare
La “Ca’ di Ciapp” si trova al numero civico 48 di Via Michelangelo Buonarroti. La fermata della metropolitana più vicina è “Buonarroti”, sulla linea rossa M1.
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