Le 5 opere da non perdere nel Museo del Novecento
Milano presenta un’ampia offerta per quanto concerne cose da fare, luoghi e monumenti da visitare e quant’altro. Se ci si trova nel capoluogo lombardo una tappa obbligata è costituita, assolutamente, dal Museo del Novecento al cui interno sono conservati molti capolavori dell’arte italiana ed internazionale del XX secolo.
Quando si visita un museo è bene informarsi prima di ciò che si sta andando a vedere per non correre il rischio di saltare, o non prestare la giusta attenzione ai dettagli delle opere più importanti. Proprio al Museo del Novecento ci sono tantissimi capolavori da ammirare, realizzati da grandi artisti come ad esempio Modigliani, Kandinskij, Boccioni, Klee, Mondrian, De Chirico, Fontana e Pellizza da Volpedo.
Ecco quindi la nostra selezione delle 5 opere che durante una visita al Museo del Novecento non dovete assolutamente lasciarvi scappare. Scoprile subito!
Il Quarto Stato (di Pellizza da Volpedo)
Il Quarto Stato di Pellizza Da Volpedo è uno dei quadri-simbolo delle battaglie politico-sociali e del lavoro subordinato, riesce a suscitare grande stupore per via dei suoi 5 metri di larghezza e 3 d’altezza. Si tratta di un’opera da non perdere, una sorta di tappa obbligata, durante la visita al Museo del 900.
Ritratto di Beatrice Hastings (di Amedeo Modigliani)
Da non perdersi il dipinto realizzato da uno dei più grandi maestri dell’arte, ovvero Amedeo Modigliani che realizzò il ritratto di una delle donne che più lo ammaliarono nel corso della sua vita: Bèatrice Hastings. Collo allungato, insieme ad occhi vuoti, sono il suo marchio di riconoscimento. Beatrice Hastings è una celebre scrittrice, poetessa e giornalista inglese con cui ebbe una relazione d’amore molto complicata. Sempre nella stessa sala del museo è possibile ammirare un altro ritratto di Modigliani, ovvero quello realizzato a Paul Guillaume.
Forme uniche della continuità nello spazio (di Umberto Boccioni)
Questa scultura è una delle pietre miliari del movimento futurista, con i suoi principi fondamentali quali fluidità e movimento chiaramente percepibili in esso che è noto per essere stato ritratto nei 20 centesimi. L’opera ha tantissimi dettagli che possono essere colti solo se osservati con la giusta cura ed attenzione.
Composizione (di Vasilij Kandinskij)
Realizzata nel 1916 con una tecnica mista ad acquerello e matita su carta una, quest’opera nasce dall’intento dell’artista di offrire la stessa potenza emotiva che scaturisce da una composizione musicale. La rappresentazione è una sorta di esplosione di forme e colori naturalmente creata secondo il suo tipico stile astratto.
Odalisca (di Henri Matisse)
“Faccio delle odalische per fare del nudo. Ma come fare del nudo, senza risultare artificioso? E poi le faccio perché so che esistono. Quand’ero in Marocco ne ho viste”. Ecco perché l’odalisca è un soggetto ricorrente per l’artista francese, da non perdere in quest’opera.